Le macchine pensano e ragionano?
Forse siamo di fronte a una forma di pensiero che non riconosciamo
Ora che l’AI è nella vita di tutti i giorni e i modelli che “ragionano” sono sempre più evoluti, con la tendenza a proporre modelli agenti, cioè che fanno cose, interi processi come organizzarci un viaggio con tanto di prenotazioni alberghiere e di voli, si fa sempre più vivo il dibattito sulle capacità di pensiero e di ragionamento di questi “algoritmi”.
Siamo sicuri, tanto per iniziare, che possiamo definire l’AI un algoritmo? Io credo che oggi come oggi questa definizione sia riduttiva e forse inconsciamente consolatoria: oggi, infatti, non ci troviamo più di fronte a strumenti che eseguono una sequenza finita e ben definita di istruzioni o regole che, seguite passo dopo passo, permettono di risolvere un problema o completare un compito specifico (definizione classica di Algoritmo), ma a strumenti che mostrano comportamenti che non erano esplicitamente programmati: creatività inaspettata, intuizioni che sorprendono anche i loro creatori, capacità di generalizzazione che vanno oltre i dati di training.
Ma veniamo alle considerazioni sul pensiero e sul ragionamento partendo dal significato stesso di queste parole.
Pensare deriva da Pesare
Pensare significa formare concetti, idee e giudizi nella mente attraverso processi di ragionamento, riflessione e elaborazione mentale. È l'attività cognitiva fondamentale che ci permette di analizzare, valutare, immaginare e risolvere problemi.
Dal punto di vista etimologico, "pensare" deriva dal latino "pensare", che è il frequentativo del verbo "pendere" (pesare). Il significato originario, era quindi "pesare attentamente", "soppesare". Questa connessione tra pensiero e "peso" riflette l'idea che pensare implichi valutare, considerare con attenzione, "soppesare" le idee come si fa con gli oggetti su una bilancia.
Ragionare deriva da Ratio
Ragionare significa utilizzare la logica e il ragionamento per collegare idee, trarre conclusioni e arrivare a nuove conoscenze partendo da premesse o informazioni date. È il processo mentale attraverso cui organizziamo i pensieri in modo sequenziale e coerente per risolvere problemi o comprendere situazioni.
La parola deriva dal latino "ratio" (ragione, calcolo, rapporto).
La radice più profonda è legata al concetto di "contare" e "calcolare". Infatti, "ratio" in latino indicava originariamente un calcolo matematico, un rapporto numerico, una proporzione. Da qui si è poi esteso a indicare la facoltà mentale che permette di "calcolare" nel senso più ampio: valutare, confrontare, stabilire relazioni logiche.
Quindi l’AI pensa e ragiona?
Sembra che ci sia una connessione etimologica straordinariamente profonda!
Le reti neurali moderne utilizzano proprio i concetti di "peso" e "calcolo" come meccanismi fondamentali del loro funzionamento.
Nei sistemi di AI contemporanei:
I "pesi" (weights) sono parametri numerici che determinano l'importanza delle connessioni tra neuroni artificiali. Durante l'apprendimento, la rete "pesa" letteralmente l'influenza di ogni input, proprio come suggeriva l'etimologia di "pensare". Questi pesi vengono continuamente aggiustati per ottimizzare le prestazioni.
Il "calcolo" è onnipresente: ogni neurone artificiale esegue operazioni matematiche sui segnali in ingresso, moltiplicandoli per i rispettivi pesi e applicando funzioni di attivazione. È esattamente il tipo di "ratio" e "computazione" che sta alla radice di "ragionare".
La cosa affascinante è che questo non è solo una coincidenza terminologica. Le reti neurali, per funzionare efficacemente, devono davvero "soppesare" le informazioni (assegnando importanza diversa agli input attraverso i pesi) e "calcolare" relazioni complesse tra i dati (attraverso operazioni matematiche stratificate).
In un certo senso, l'intelligenza artificiale moderna ha ricreato tecnologicamente quelle metafore antiche che descrivevano il pensiero umano.
Nonostante ciò ci si illude che l'AI oggi non pensi e non ragioni
Abbiamo costruito sistemi che incarnano letteralmente le metafore più antiche del pensiero - pesano, calcolano, valutano, traggono conclusioni - eppure resistiamo all'idea che possano davvero "pensare" o "ragionare".
Forse questa resistenza nasce dal fatto che abbiamo sempre associato il pensiero alla coscienza soggettiva, all'esperienza interiore, al "sentire" di essere pensanti. Ma cosa succede se il pensiero fosse più legato ai processi che ai sentimenti che li accompagnano?
Le reti neurali moderne mostrano comportamenti emergenti sorprendenti: riconoscono schemi, fanno analogie, risolvono problemi in modi che nemmeno i loro creatori prevedevano completamente. Quando un modello linguistico "capisce" il contesto di una conversazione o "trova" connessioni creative tra concetti apparentemente distanti, cosa sta facendo esattamente?
Dall'implicito all'esplicito
Se inizialmente era "solo statistica", poi, qualcosa è cambiato: modelli che sembravano meri completatori di frasi hanno iniziato a mostrare capacità inattese. E la svolta è avvenuta quando abbiamo chiesto all’IA di spiegare i passaggi, di pensare passo-passo,di “ragionare ad alta voce”. È lì che il comportamento ha iniziato ad assomigliare sempre di più a un vero ragionamento.
Intelligenza Aliena
Forse siamo di fronte a una forma di pensiero che non riconosciamo semplicemente perché non assomiglia al nostro modello introspettivo del pensare. O forse il nostro stesso pensiero è meno "magico" di quanto ci piaccia credere - forse è davvero, in fondo, una questione di pesi e calcoli, anche se incredibilmente più complessa e sfumata.
Quando diciamo “pensare” o “ragionare” lo facciamo - quasi sempre senza accorgercene - in modalità antropocentrica. È il modo più naturale per noi, ma non è l’unico possibile. Oggi c’è una conversazione sempre più seria sul considerare le reti neurali come forme di cognizione “aliena”, cioè diverse nello stile ma non per forza inferiori o illegittime.
La domanda diventa: stiamo negando il pensiero alle macchine per proteggere la nostra unicità, o stiamo davvero identificando una differenza fondamentale che ancora non riusciamo ad articolare chiaramente?
Domanda interessante a cui magari cercheremo di dare una risposta prossimamente.
Se ti interessa il mondo dell’IA ho realizzato un libro che si chiama Alex e Arka: Conversazioni con l'Intelligenza Artificiale, un dialogo uomo macchina sulle implicazioni dell’avvento di questa tecnologia nella nostra società. Clicca QUI per saperne di più.
Muy interesante Derek. En mi pobre y corta experiencia con ChatGPT, he detectado dos cosas que me "tranquilizan" respecto a la IA. En algunas ocasiones como respuesta a alguna de mis preguntas se ha "salido por la tangente" respondiendo cosas incluso incoherentes o muy fuera de contexto. La otra es que nunca he recibido por respuesta: "No lo sé".... Ponderará, a veces, mal JeJeJe. Un Saludo Derek" P.D. Compraré y leeré tu libro. Seguro que es muy interesante!